Dopo il grande successo del doppio album The River del 1980, molti si aspettavano che il successivo lavoro discografico di Springsteen fosse ancora un album rock con brani adatti alla programmazione radiofonica. Invece a sorpresa venne pubblicato Nebraska, un disco diametralmente oppesto, totalmente acustico dai toni cupi e basato su un’immaginario visivo in bianco e nero. Il disco venne registrato in gran parte in una sola sessione il 3 gennaio 1982.
Springsteen per anni aveva registrato i propri demo domestici su di un normale registratore stereo portatile ma l’avvento di una nuova tecnologia lo spinse ad investire in apparecchio sempre a cassette ma con mixer a quattro tracce il Teac Tascam 144.
Questo nuovo apparecchio gli consentiva di aggiungere in fase di registrazione una seconda chitarra, delle percussioni oppure una seconda voce per dare poi alla band un’idea più chiara di quello che voleva ottenere dal brano nella versione finale.
Mike Batlan, all’epoca il suo tecnico delle chitarra, fu incaricato dell’acquisto e, con l’aggiunta di un paio di microfoni, dell’installazione di questo piccolo studio domestico nella camera da letto di Springsteen nella tenuta di Colts Neck nel New Jersey.
La mattina del 3 gennaio si mise al lavoro con Baltan in una lunghissima sessione di registrazione che si protrasse fino a notte fonda. Springsteen con la sola chitarra e voce registrò 15 tracce con pochissime sovraincisioni. Altri due brani, “My Father’s House” e “The Big Payback”, furono registrate pochi mesi dopo.
Purtroppo quando la band cercò di registrare il nuovo materiale in studio, i risultati non furono soddisfacenti. Il problema era che le canzoni proseguivano i temi più oscuri presenti sul secondo disco di The River , come ad esempio in “Stolen Car” e“Wreck on the Highway”. Le canzoni attraverso i personaggi persi alla deriva e tormentati da demoni interiori, con note non necessariamente autobiografiche, riflettevano proprio la disperazione e l’isolamento di Springsteen mentre stava diventando una grande star e il suo travagliato rapporto con il padre non ancora risolto.
Il suono spettrale e grezzo che fuoriusciva dai demo non funzionava al meglio con la potenza gioiosa di un gruppo rock come la E Street Band. Solo quattro brani –“Born in the USA”, “Pink Cadillac”, “Downbound Train” e “Child Bride” che successivamente divenne “Working on the Highway” – trovarono un arrangiamento full-band soddisfacente. Tre di questi troveranno poi posto sull’album Born in the U.S.A. due anni più tardi, mentre “Pink Cadillac” venne pubblicato come b-side del singolo“Dancing in the Dark”.
Cinque delle canzoni – “Atlantic City”, “Highway Patrolman”, “Johnny 99”, “State Trooper” e la title track – trattano di personaggi cupi che hanno dedicato la proprio vita al crimine e non aveva senso trasformarle in inni rock. L’intimità dei demo originali doveva essere preservata e brani come “My Father’s House” o “Used Cars” vengono arricchiti con un sapiente uso dell’armonica in sostituzione di un possibile assolo al sax di Clarence Clemons che probabilmente ne avrebbe diminuito la drammaticità.
In definita Springsteen ritiene impossibile ottenere dalla band il suono spettrale che voleva e quindi chiede aiuto all’ingegnere del suono Toby Scott per trarre il meglio possibile dalla casetta con i demo. Il miracolo si compie e mantenendo sostanzialmente le imperfezioni del nastro originale, Scott manda in stampa Nebraska così com’è era nato. Il 30 settembre 1982 l’album viene pubblicato con una campagna pubblicitaria ridotta al minimo.
Fino ad oggi, le sessioni elettriche di Nebraska, al di fuori di quei quattro brani, non sono state pubblicate ufficialmente ma nulla è impossibile come lasciato intendere da Thom Zimny in una recente intervista. Nel corso degli anni molti dei brani di Nebraska, come “Atlantic City”, “Mansion on the Hill”, “Johnny 99”, “Open All Night” e “Reason to Believe”, hanno poi trovato una loro dimensione rock e vengono regolarmente eseguiti dal vivo dalla band al completo.
Nelle decadi successive Springsteen ha nuovamente approcciato il suo lato intimo ed acustico con altri due album The Ghost of Tom Joad e Devils & Dust a distanza di un decennio uno dall’altro. Tuttavia nessuno dei due sembra avere la consistenza e la potenza di quanto registrato in una camera del New Jersey quel 3 gennaio 1982.
https://youtu.be/eGAP1Swj-dM
Bruce and the E Street Band, are the Best !!