di Armando Chiechi.
Me lo ricordo eccome quel triplo album intitolato “No Nukes” e mi ricordo che lo pagai un occhio della testa in una fiera campionaria, nella quale per qualche strana ragione tra gli stand che occupavano il padiglione hobby e tempo libero, uno dei miei “spacciatori di vinile” aveva deciso di portare le ultime uscite del momento.
A quel tempo i nomi di Springsteen e di un certo Tom Petty avevano cominciato a destare in me sempre più interesse, anche grazie alle letture e alle cronache appassionate che se ne facevano su riviste specializzate quali il “Mucchio Selvaggio” o “Wild Bunch”, come il logo che in alto sulla copertina campeggiava in perfetto stile western.
Avevo con me a quel tempo e comprato da poco, “Darkness on the Edge of Town” in vinile ed una cassettina di “Greetings From Asbury Park, NJ.” che mi piaceva ascoltare soprattutto durante le giornate uggiose ed autunnali, ascolti che insieme a Lou Reed ,Bob Seger, Lynyrd Skynyrd avevano cominciato ad allontanarmi dall’amato sound della West Coast, fatto di sogni e consumate utopie.
Per qualche ragione “No Nukes” sarebbe stato un modo ideale di dire addio al sole della California ed abbracciare la dura realtà urbana dei nuovi rockers come Bruce e Petty, che a quei tempi, vedevo e percepivo come un’ ideale fratello di sangue dell’ex ragazzo del Jersey. Ascoltavi quella “Stay” degli Zodiacs suonata insieme al Brother Jackson e ti accorgevi che era ancora più soul della versione stupenda eseguita da Browne su “Running on Empty” ma toccava al “Detroit Medley” di Mitch Ryder il compito arduo di farti capire cosa potesse essere un concerto di quel Bruce Springsteen con la sua E.Street Band?
Qualche anno dopo, quei tre brani trasmessi da Carlo Massarini nel suo Mister Fantasy e non presenti sul disco ma estrapolati dal film concerto “No Nukes” mi diedero il quadro completo e le tessere mancanti da quel più grande puzzle. È passata una vita ma ogni tanto il passato ritorna e ritornerà presto con un CD doppio e un DVD a raccontare di quelle performance e di quella porzione di concerto. Una vita è passata e il tempo non può essere riportato come un nastro sulla modalità rewind, ma da qualche parte una manciata di brani è stata salvata dalle incurie del tempo. Forse mi girerò di lato e verserò una lacrima o probabilmente mi metterò a ballare in una stanza sotto lo sguardo divertito e stupito di mia moglie, chissà…