Bruce Springsteen torna protagonista durante il Superbowl non già come artista durante l‘halftime show come fece nel 2009 ma all’interno di uno spot commerciale per la Jeep. In una pubblicità? Questa cosa farà storcere il naso a più di un purista ma invece credo sia un operazione ben fatta che va oltre il puro mercimonio.
I due minuti di pubblicità durante il Super Bowl LV fanno parte di una campagna organizzata da Jeep e destinata, oltre a festeggiare gli 80 anni del marchio, a fare riflettere sull’attuale stato d’animo americano. Il tentativo di lanciare un messaggio per riunirsi dopo quattro anni di politica molto polarizzata.
Non deve esse stato facile convincere e coinvolgere Bruce in questa operazione. Da sempre refrattario a svendere commercialmente la sua immagine e la sua musica, questa volta pare abbia prevalso la volontà di dare il volto ad messaggio con un sentimento molto patriotico.
Lo spot ha lo scopo di spronare gli spettatori a ricomporre le spaccature createsi nella nazione negli ultimi anni. “Dobbiamo solo ricordare che il terreno su cui ci troviamo è un terreno comune” dice Springsteen mentre guida la sua Jeep CJ-5 del 1980 verso una piccola cappella a Lebanon in Kansas posta esattamente al centro degli Stati Uniti.
Dopo aver incassato l’ok a inizio gennaio, Jeep si è offerta di fargli filmare delle scene a casa sua nel New Jersey per poi mescolarle con i filmati catturati nella chiesetta in Kansas, ma Springsteen ha insistito per andare sul posto la settimana scorsa.
Springsteen e il produttore Ron Aniello hanno creato per accompagnare il testo recitato una musica originale.
Tutti i retroscena della trattativa e della preparazione vengono raccontati in un lungo articolo di Brian Sterling su Variety.
The Middle
There’s a chapel in Kansas
Standing on the exact center of the lower forty-eight.
It never closes.
All are more than welcome
To come meet here, in the middle.
It’s no secret the middle has been a hard place to get to lately
Between red and blue
Between servant and citizen
Between our freedom and our fear.
Now, fear has never been the best of who we are.
And as for freedom, it’s not the property of just the fortunate few.
It belongs to us all.
Whoever you are, wherever you’re from
It’s what connects us.
And we need that connection.
We need the middle.
We just have to remember the very soil we stand on is common ground.
So, we can get there.
We can make it to the mountaintop
Through the desert
And we will cross this divide.
Our light has always found its way through the darkness
And there’s hope on the road up ahead.