di Armando Chiechi.
Come cambiano i tempi, mi chiedo mentre osservo una foto, un volto solcato dalle rughe implacabili e dagli anni che corrono e cadono più veloci di quei fiocchi di neve.
Due brani in anteprima ed un album che presto sarà nel nostro lettore o sul nostro piatto, quasi a voler replicare gesti che appartengono alla nostra giovinezza ahimè anche quella andata insieme ai ricordi ingialliti come pagine che mai più troveremo, se non nella nostra memoria.
Eh si… memoria, parolina magica che sembra esser diventata un rudere tra costruzioni ultramoderne. Eppure è tutto li e senza quella non puoi guardare avanti. Questo sembra suggerirmi e questo sembra suggerirci il nostro amico del Jersey.
Certamente non sta a me fare analisi o previsioni di un album ancora in attesa di esser pubblicato, eppure quel volto tanto racconta e tanto dice, anche se dovessimo abbassare il volume e far tacere musica e liriche.
Sembra ieri se ripenso a tutte quelle immagini catturate su quel palco a Phoenix, al Winterland, al Passaic o al Madison Square Garden e perché non citare palazzetti e stadi della nostra penisola? Sembra ieri lo dicevo pure qualche anno fa, non è vero?
Eppure questi 71 anni mettono un po’ di tristezza, perché pensi anche a tutti gli anni che si sono avvicendati sul tuo calendario, che è lo stesso in tutte le case e non solo un dettaglio di una certa “Point Blank”!?!
Però poi guardi ancora quel volto e pensi che è giusto cosi. Perché cercare di sembrare quello che era lui o eri tu non avrebbe poi molto senso. E allora se anche fosse l’ultimo rendevouz, saremo con lui anche solo tenendo tra le mani la copertina di un vinile o di un cd, ok… che importa poi?
Sapremo di non essere invecchiati invano e se questa fosse una lettera di ringraziamento ti direi: “Grazie Bruce… è stato bello viaggiare insieme tutti questi anni.”