La nuova canzone di Bruce, uscita ieri un po’ a sorpresa, ci racconta di un uomo appagato, che alle soglie dei 70 anni ci propone un brano riflessivo, maturo e soprattutto sincero.
Probabilmente la lettura della autobiografia e in special modo della parte, dolorosa e cruda, dedicata ai suoi problemi di depressione, influenzano il mio approccio a questo brano, ma mi sembra evidente come il testo parli di ricerca di serenità e di scelte finalizzate al proprio benessere.
Ho sempre tenuto un posto per la pioggia ed i cieli grigi, però adesso ho trovato la luce del sole e spero che resti.
Nel raccontarci di un uomo sereno, Bruce non dimentica come il sole possa facilmente essere oscurato da nuove nubi, per questo ripete per tutto il brano una richiesta di continuità: resterai? vuoi restare?
Che la SUNSHINE sia la famiglia o uno stato mentale frutto di un cammino lungo ed intenso non è dato saperlo, però mi sembra che il fulcro del pezzo sia questo, va bene muoversi, scappare, va bene ESSERE NATO PER CORRERE (I always liked my walking shoes), ma alla fine quello che conta è il traguardo, perchè correre troppo lontano significa andarsene: You walk too far, you walk away.
Luce del sole contrapposta alla pioggia, solitudine contrapposta a comunità, famiglia, casa. Va bene apprezzare la solitudine, va bene cercare l’isolamento e restare soli con noi stessi, ma attenzione ad innamorarci troppo di questa sensazione, perché potremmo rimanerne schiavi: You fall in love with lonely, you end up that way
Non sono parole nuove quelle che usa in questa canzone, le tematiche ricordano alcuni passaggi di un album cupo e riflessivo (e probabilmente figlio proprio della depressione e del divorzio) come Tunnel of Love (They say he travels fastest who travels alone. But tonight I miss my girl mister tonight I miss my home, cantava in Valentine’s Day proprio dopo aver parlato con l’amico diventato padre poche ore prima ed aver sentito nella sua voce una luce piena di orizzonti nuovi)
In un brano che sembra parlare di un ritorno a casa, non credo sia casuale la scelta di una musica che sembra uscita dritta dritta dagli anni 60, cantata come se Roy Orbison stesse cimentandosi con un brano di Elvis (o viceversa) e con atmosfere da Drive In e film che parlano di amore con l’innocenza di 60 anni fa.
I bicipiti lasciano il posto agli occhiali da vista e a qualche capello bianco in più, la strada non è più deserta e soprattutto sembra che una volta raggiunta la destinazione, a Bruce interessi di più guardarsi indietro che continuare a correre per il gusto di farlo.
Ciao luce del sole, credo che mi farai compagnia per un bel po’ questa primavera.
Sunshine…
Bella disamina quella di Alberto Calandriello. Analisi del brano in questione e una lucidità che si attiene a questo senza sconfinare in previsioni e giudizi affrettati. Personalmente se queste sono le premesse sicuramente questo sarà un bell’album…bello per chi vuole capire Bruce in quanto uomo e artista. Essere capace di risalire dopo cadute artistiche ed umane e non icona eterna Nata per Correre come vorrebbero altri. Certo sappiamo che quelli sono i giorni di gloria e li rimangono per le nuove generazioni che vorranno conoscerlo. Quindi bentornato Bruce, con i tuoi capelli bianchi ed il volto provato….bentornato Bruce, così ci piaci perché più vero e a noi più vicino !
Ottima lettura del brano. Molto calzante anche l’immagine di Roy Orbison ed Elvis… Complimenti!