È da qualche giorno nelle sale il secondo film della serie di spin-off relativi alla saga di Star Wars: “Solo: A Star Wars Story”. La nuova avventura approfondisce i retroscena nella gioventù del personaggio di Han Solo. I due sceneggiatori Lawrence e Jonathan Kasdan, padre e figlio già autori de “Il risveglio della forza” e “II ritorno dello Jedi”, hanno raccontato in un’intervista come abbiano tratto ispirazione dall’autobiografia di Springsteen per delineare la relazione tra il giovane Solo e i suoi genitori.
Lo spunto è nato nel 2016 durante la lavorazione del film entrambi si sono dedicati alla lettura di “Born To Run” e Jonathan Kasdan ricorda:
È fantastica. Siamo rimasti commossi dalla relazione con suo padre. Abbiamo pensato che fosse un tipo di atteggiamento diverso da avere nei confronti di un genitore rispetto a quello che abbiamo sempre visto in “Star Wars”. Abbiamo pensato che sarebbe stato bello.
In più occasioni Bruce ha accennato al difficile rapporto con il padre anche nei suoi brani come ad esempio “Adam Raised a Cain” o“Independence Day”. Sebbene crescendo abbia risolto i suoi problemi, ha sempre trovato difficile creare un vero legame con lui.
A queste difficoltà si sono ispirati i Kasdan nella costruzione del personaggio di Han Solo, la cui infanzia sul pianeta Corellia è stata piuttosto dura. Un esempio di questo parallelismo è il momento in cui il protagonista ricorda di quando stava seduto su una navicella che aveva costruito suo padre. Gli sceneggiatori lo spiegano così:
È piuttosto vago su quale sia la sua vera storia. Sa che era a disagio con suo padre. Lo aveva idealizzato! E quando suo padre lo mette su quella navicella e lo lascia stare là seduto, è entusiasta. Ma quello è solo uno dei pochi momenti di reale connessione tra loro.
https://youtu.be/Cs4y56AnaUg