Elogio funebre di Bruce Springsteen – Red Bank 21.04.08
Traduzione di Marco Campagnoli
Lasciate che cominci con le storie.
Indietro ai giorni dei miracoli, dei giorni di frontiera quando Mad Dog Lopez e il suo umore irascibile entrò nella band, colpendo gestori di piccoli locali, civili innocenti e tutte le donne, i bambini e i piccoli animali.
Indietro ai giorni in cui potevi ancora graffiare via la tua vita nella capote di una macchina parcheggiata a New York City.
Indietro immediatamente dopo che un giovane fisarmonicista rosso di capelli sparse oro nella Ted Mack Amateur Hour e lui e sua madre furono mandati in Svizzera a far loro vedere come si fa.
Indietro a prima che i vagabondi di spiaggia apparissero sulla copertina di Time Magazine.
Sto parlando di quando la E Street Band era un’organizzazione comunista! Il mio compagno, il quieto, timido Dan Federici, era un creatore unico di alcune delle più capellute circostanze dei nostri 40 anni di carriera…E non era cosa facile. C’era mad Dog Lopez con cui competere… Danny lo superò in durata.
Forse fu il tumulto di polizia a Middletown, NJ. Uno spettacolo che stavamo facendo per tirar su soldi per la cauzione per Mad Dog Lopez che era in prigione a Richmond, Virginia, per aver avuto un alterco con alcuni ufficiali di polizia che avevamo aggravato per aver suonato troppo a lungo. Danny a quanto sembra aveva fatto cadere la nostra enorme fila di amplificatori Marshall su alcuni dei migliori personaggi di Middletown che erano scappati dalle prime file del palco perché avevamo infranto la legge per aver….suonato troppo.
Mentre stavo lì a guardare, alcuni ufficiali di polizia saltarono fuori da sotto i buchi del suggeritore e corsero a cercare assistenza medica. Un altro simpatico giovane ufficiale stava davanti a me sul palco agitando il suo manganello, colpendomi e insultandomi pesantemente. Guardai in su verso Danny e lo vidi mentre si strattonava per un braccio con un poliziotto ciccione mentre Flo Federici, la sua prima moglie, lo tirava per l’altro braccio, cercando di aiutare il marito a resistere all’arresto. Un ragazzo saltò sul palco e distrasse per un momento il poliziotto bisteccone con insulti di vario genere. Finalmente subito dopo, ‘Phantom’ Dan Federici scivolò dentro la folla e sparì.
Fu emanato un mandato di cattura per il suo arresto, ma un mese dopo la sua fuga non era ancora stato consegnato alla giustizia. Lo nascondemmo in vari posti ma poi si presentò un problema. Avevamo uno spettacolo fissato al Monmouth College. Ci servivano i soldi e dovevamo rispettare l’impegno. Cercammo di sostituirlo ma non funzionò. Così Danny, con grande nostra ammirazione, si fece avanti e disse che avrebbe rischiato la libertà e avrebbe suonato.
La sera dello spettacolo. Duemila fans strepitanti nella palestra del Monmouth College. Avevamo fatto in modo che Danny non sarebbe comparso sul palco se non appena prima di cominciare a suonare. Pensavamo che i poliziotti non sarebbero stati così vicino al palco durante lo spettacolo e rischiato un altro tumulto.
Lasciate che vi mostri la scena. Danny è nascosto, rannicchiato nel retro di una macchina parcheggiata nel piazzale. Cinque minuti prima delle otto, ora prevista dell’inizio dello spettacolo, vado a prenderlo per portarlo dentro. Busso al finestrino.
“Danny, forza, è ora.”
Sento rispondere, “Non ci vengo.”
Io: ”Che significa che non ci vieni?”
Danny: ”I poliziotti sono sul tetto della palestra. Li ho visti e e verranno ad ammanettarmi appena uscirò da quest’auto.”
Quando apro la porta, mi rendo conto che Danny si è fumato qualche cosa ed è diventato piuttosto paranoico. Gli dico, “Dan, non ci sono poliziotti sul tetto.”
Mi dice, “Si , li ho visti, ti dico. Non vengo dentro.”
Così usai una procedura che mi è servita spesso durante i quarant’anni passati con i miei vecchi amici della band. Li minacciavo…..e li adulavo. Alla fine, lo convinsi a uscire. Passammo veloci attraverso il parcheggio fino nella palestra per un entusiasmante concerto durante il quale ridemmo come ladri dopo il più bel trucco per raggirare i poliziotti locali.
Alla fine della serata, durante l’ultima canzone, portai tutta la gente delle prime file fin sopra il palco e Danny scivolò in mezzo a loro per poi uscire dalla porta principale. Ancora una volta, ‘Phantom’ Dan aveva fatto la sua uscita. (Conservo ancora la carta di circostanza che ci mandò in seguito il vecchio capo della Polizia di Middletown augurandoci ogni bene. Le nostre storie si intrecciavano sempre.) E quello, amici miei, era solo l’inizio.
Ci fu la volta che Danny lasciò la band durante un brutto periodo da Max a Kansas City, spiegandomi che se ne andava per mettersi a riparare televisori. Gli chiesi di pensarci su e di ritornare più tardi.
O Danny, nella macchina a noleggio della band, saltando sopra diverse macchine parcheggiate dopo una notte di follia e divertimento, sfondando i parabrezza con la sua testa ma salvato dal farsi male seriamente dal suo grande e pesante cappello da cowboy comprato in Texas nell’ultimo tour a Ovest.
O Danny, che lascia una grossa pianta di marijuana sul sedile davanti della sua auto parcheggiata in una zona rimozione. La macchina viene rimossa immediatamente. Mi dice, “Bruce, penso di andare giù e raccontare che mi è stata rubata.” Io gli rispondo,” Non sono sicuro sia una buona idea.”
Andò giù lo stesso e finì dritto in cella senza nemmeno fiatare.
O Danny, l’unico membro della E Street Band ad essere fisicamente buttato fuori dallo Stone Pony. Considerati tutti i soldi che facemmo loro fare, non era certo una cosa facile.
O Danny, che riceve e sopravvive ad una ‘aggressione ammonitrice’ da parte di un infuriato ma trattenuto Big Man Clarence Clemons quando vivevano insieme e Danny era riuscito alla fine a portarlo oltre il limite di pazienza consentito.
O Danny che mi aiuta ad estrarre il mio piede dal suo amplificatore dopo essere stato l’unico membro della band con cui abbia avuto una lite violenta.
E nonostante tutto questo, Danny ha suonato il suo bellissimo e struggente Organo B3 per me e il nostro amore è cresciuto. E continuato a crescere. La vita è divertente in questo modo. Era il mio ragazzo preferito, e grandioso, e bisogna riflettere su questo…..Ed era molto più tollerante con i miei sbagli di quanto io ero con i suoi.
Quando Danny non stava combinando casini, era un ragazzo dolce, talentuoso, modesto, senza pretese e di buon cuore, che semplicemente aveva una incontrollata abilità di rendere buone e fortunate le cose che in generale dovrebbero andare storte.
Ma accanto a tutto questo, aveva anche una montagna di cose buone. Aveva il cuore e l’animo di un ingegnere. Aveva imparato a volare. Era sempre sull’onda della migliore e più recente tecnologia e te la spiegava pazientemente e nei minimi dettagli. Lui stava sempre mettendo su qualcosa, nella sua macchina, nello stereo, nel suo B3. Quando Patti si unì alla band, fu il più accogliente, premuroso e simpatico amico della prima donna che entrava nel ‘club dei maschietti’.
Amava i suoi figli, si vantava di Jason, Harley e Madison, e amava sua moglie Maya per le nuove cose che lei aveva portato nella sua vita.
E poi c’era la sua capacità artistica. Era il musicista più intuitivo che abbia mai visto. Il suo stile era fluido e rapido, calato nello spazio che gli altri musicisti della E Street Band lasciavano. Non era un musicista che si impone, era un musicista complementare. Un vero accompagnatore. Ha semplicemente fornito la colla che tiene insieme il suono della band. Nel fare questo, è riuscito a creare per sé uno stile personalissimo. Quando ascolti Dan Federici, non ascolti un tappeto di suoni, ascolti un riff, confezionato con energia, che vola sopra tutto e tutti per un istante e poi torna indietro nella traccia. “Phantom” Dan Federici, ora lo senti, ora non lo senti.
Fuori dal palcoscenico, Danny non poteva recitare un testo o una progressione di accordi per qualche mia canzone. Sul palco, le sue orecchie si aprivano, Ascoltava, sentiva, suonava, trovava il posto giusto e perfetto per un accordo o per un insieme di note. Questo stile creò un incredibile feeling di spontaneità nel nostro suonare insieme.
In studio, se volevamo liberare la traccia che stavamo registrando, mettevo Danny a suonare e NON gli dicevo cosa fare. Lo lasciavo libero di fare. Portava con sé il suono di un carnevale, il divertimento, le passeggiate sul mare, la spiaggia, la geografia della tua giovinezza e il cuore e l’anima del posto dove la E Street Band nacque.
Poi siamo cresciuti. Molto lentamente. Restammo insieme attraverso un sacco di prove e difficoltà. La risposta di Danny ad un errore sul palco, a un brutto momento o un evento catastrofico era di solito una ‘spalluccia’ e un sorriso. Una specie di “ Sono solo un uomo in un mare in tempesta, ma sono ancora a galla. E siamo ancora tutti qui.”
Ho visto Danny combattere e conquistare alcune difficili battaglie. L’ho visto lottare per tenere la sua vita insieme e negli ultimi dieci anni, e quando la band si è riunita, fiorire rigoglioso al suo posto vicino a quel grande B3, pieno di vita e sì, una nuova maturità, passione per il suo lavoro, per la sua famiglia e la sua casa nella fratellanza della nostra band.
Alla fine, l’ho visto combattere il suo cancro senza lamentarsi e con grande coraggio e spirito. Quando gli chiesi come gli sembravano le cose, mi disse solo, ”Che cosa pensi di fare tu? Io sto guardando a domani.” Danny, il lato positivo del fatalista. Non si è mai arreso fino alla fine.
Qualche settimana fa siamo tornati insieme sul palco a Indianapolis per quella che sarebbe stata l’ultima volta. Prima di cominciare gli chiesi cosa avrebbe voluto suonare e lui mi disse,”Sandy”. Voleva mettersi a tracolla la fisarmonica e rivisitare lo scenario della nostra giovinezza, nelle notti d’estate quando camminavamo lungo la spiaggia con tutto il tempo del mondo per noi.
E allora che importa se andavamo a sbattere contro tre macchine parcheggiate, è una notte bellissima! Cosa importa se eravamo ricercati da tutta la polizia di Middletown, andiamo a farci una nuotata! Voleva suonare ancora una volta la canzone che parla della fine di qualcosa di meraviglioso e dell’inizio di qualcosa di nuovo e sconosciuto.
E allora torniamo indietro a quei giorni miracolosi. Pete Townshend disse, “ Una band di rock’nroll è una cosa pazza. Incontri della gente quando sei un ragazzo e, a differenza di qualsiasi altra occupazione in questo mondo, resti legato a loro per tutta la tua vita, non importa chi siano o quali pazzie loro facciano.
Se non avessimo suonato insieme, la E Street Band a questo punto non si sarebbe mai conosciuta. Non saremmo in questa stanza insieme. Invece siamo qui…..e suoniamo insieme. E ogni notte alle 20, saliamo sul palco insieme e questo, amici miei, è un posto dove accadono miracoli….vecchi e nuovi miracoli. E le persone con cui ti trovi, in presenza di miracoli, non te le scordi più. La vita non ti separa più. Il tempo non ti separa. Le ostilità non ti separano. La morte non ti separa. Quelli con cui sei insieme che creano miracoli PER te, come Danny ha fatto per me ogni notte, ti senti onorato di starci insieme.
Naturalmente noi siamo cresciuti e sappiamo che “è solo rock’n’roll”….ma non è vero. Dopo una vita passata a guardare un uomo che compie miracoli per te, notte dopo notte, si sente una enorme quantità di amore.
Così oggi, mentre compie un’altra delle sue misteriose uscite, diciamo addio a Danny, “Phantom” Dan Federici. Il Padre, il marito, il mio fratello, il mio amico, il mio mistero, la mia spina, la mia rosa, il mio tastierista, il mio uomo dei miracoli e membro a vita nel grande impegno di fare rock in casa (house rockin’), far gocciolare i pantaloni (pants droppin’), sbalordire il mondo (earth shockin’), far agitare gli stivali, (booty shakin’), fare l’amore (love makin’), far spezzare il cuore (heart breakin’), far piangere l’anima (soul cryin’)…..e sì, sconfiggere la morte (death defyin’) della leggendaria E Street Band.
I wished I could have known
I wished I could have called you
Just to say goodbye, Danny