Lo storico batterista della E Street Band ha rilasciato una lunga intervista per l’edizione statunitense di Rolling Stone. Molti gli argomenti trattati. Dalla recente conclusione del The River Tour, alle traversie legate al suo stato di salute, ora risolte e che comunque non hanno compromesso il suo impegno con la band, al figlio Jay e di come impegna il suo tempo libero.
Mighty Max rievoca come sia stato convocato, come sempre, senza grande preavviso per il recente tour di “The River”:
Sì, Bruce ci ha chiamato subito dopo l’Halloween del 2015 e ha detto che aveva un’idea. Sapevamo che stava per uscire il box di “The River”. Ci ha chiamato e ci ha detto: ‘Sto pensando di promuoverlo e di suonarlo un poco. Io dissi, ‘Certo, grande’. Sono diventati 89 concerti. Questo è fondamentalmente il modo in cui abbiamo lavorato negli ultimi 40 anni. Il programma è quello di fare 15 oppure 30 concerti, ma una volta che iniziamo non sono mai 15 o 30. Sono molti, molti di più.
Il tour è durato ben tredici mesi e il giornalista chiede quindi a Max come organizzerà ora la sua vita giù dal palco:
A me piace suonare, ma solo in occasioni private. Fondamentalmente scendo a patti con le mie radici e suono come batterista ai matrimoni o ai bar-mitzvah. Faccio questo. Suono ai matrimoni e ai bar-mitzvah. Poi ho tutta una serie di gruppi con cui suono. Con una band di 12 elementi faccio solamente canzoni del repertorio della Stax e della Motown. Poi sono in un’orchestra di musica da ballo stile anni cinquanta composta da 23 persone. Di tanto in tanto, suono anche con un gruppo brani tipo Count Basie e Buddy Rich. Insomma, suono la musica che amavo da ragazzino. Come hobby investo sul mercato immobiliare e poi, per la maggior parte del mio tempo, seguo la carriera di mio figlio più della mia.
Non può mancare una domanda sulla carriera del figlio Jay, anche lui batterista e suo sostituto per un breve periodo alle spalle di Springsteen, oggi sul palco con gli Slipknot:
Jay è un batterista incredibile. Per due anni di fila lui è stato nominato miglior batterista metal. Hanno dei fans molto devoti e la loro musica è intensa, mi piace la musica intensa. È complicato e io non potrei farlo. L’ho visto suonare da vicino e non capisco come faccia. Non è merito mio, ha fatto tutto da solo. Quest’anno compirà 27 anni, è un batterista letale e un bravo ragazzo. E’ molto divertente per me vederlo suonare. Vive a Nashville. Sta facendo molte cose. Scrive canzoni in proprio e la band sta pianificando un nuovo disco.
Ricordando l’impegno fisico che il mitico Max mette quando è dietro la batteria per Bruce, il giornalista di Rolling Stone si dichiara stupefatto di come faccia ad arrivare fino alla fine:
Beh, apprezzo il pensiero. Non mi stanco. E’ una cosa divertente. Posso usare una analogia sportiva per spiegarlo. Ho incontrato un paio giocatori dei vecchi Chicago Bulls e una delle cose che dicono sempre è che quando giochi con Michael Jordan è un’esperienza completamente diversa che giocare con qualsiasi altro. Alza il livello del gioco di tutti. Questo è quello che accade anche con Bruce. Il mio corpo si è adattato nel corso degli anni, anche se ho avuto un intervento al cuore, un’operazione per il cancro e un intervento alla mano, il mio corpo, dicono i miei medici, si è adattato allo stress di dover fare quel tipo di lavoro per quattro ore.
Riguardo i sui piani futuri non ha certezze e come sappiamo molto è legato agli umori e hai tempi dettati dal capo:
Non ne ho idea. Non ci ho nemmeno pensato. Davvero non lo so. Abbiamo suonato l’altra sera a Auckland. Spero di suonare ancora, ma non organizzo la mia vita pensando a quello. Faccio quel che faccio. Tocca a Bruce e se tutti ce la facciamo fisicamente allora lo facciamo. Fino ad ora tutto bene. Penso che siamo come i vecchi bluesmen che continuano sempre a suonare. Cos’altro dovremmo fare? Suonare la batteria è la mia vita. Quando sono seduto a suonare la batteria ho ancora 14 anni. Quella è la mia ricompensa. Sono molto, molto fortunato. Mi guardo intorno, vedo la band e la cosa mi ispira ogni notte. Bruce in piedi di fronte a me oppure quando mi si avvicina e dice qualcosa mentre beve un bicchiere d’acqua, mi ispira. Spero proprio che si faccia ancora qualcosa insieme, ma non ho la sfera di cristallo.